Dopo un’estate per certi versi anomala, si attendeva il riavvio di tutte le attività produttive e sociali per capire quanto la diffusione del Covid – 19 potesse ancora avere impatto sulla vita quotidiana di ognuno di noi.
Purtroppo, i dati di diffusione del contagio degli ultimi giorni ci mostrano un quadro poco rassicurante e che non sembra possa variare in meglio nei prossimi mesi; ci aspetta, pertanto, un periodo di incertezze, con conseguenti gravi ricadute anche su un tessuto produttivo già fortemente provato da una crisi economica globale di lungo periodo (di cui si intravedeva in lontananza la fine), e dalle conseguenze del lockdown della scorsa primavera.
Una siffatta situazione andrà ad impattare inevitabilmente anche su quelle piccole e medie imprese che possono a ragione considerarsi aziende floride e lontane da una potenziale crisi.Basti pensare, ad esempio, a quelle imprese che, in maniera lungimirante, negli ultimi anni hanno operato per rafforzare la loro posizione sul mercato, magari puntando sulla qualità del prodotto ed effettuando investimenti importanti (rete commerciale, marketing ecc.) per sfruttare le opportunità offerte dai mercati esteri, grazie al trend positivo garantito dal brand “made in Italy”; o a quelle che, usufruendo anche di agevolazioni fiscali, hanno investito in sviluppo e ricerca per presentare prodotti innovativi e ritagliarsi nuove quote di mercato.
Il quadro normativo emergenziale
Per limitare le conseguenze negative derivanti dalle forzate chiusure, o comunque per aiutare le piccole e medie imprese a fronteggiare le criticità nel breve periodo, il Governo è intervenuto negli ultimi mesi con una serie di provvedimenti di natura emergenziale.
Con il primo intervento, il D.L. 18/2020 c.d. “Cura Italia” (convertito in L.27/2020), si è provveduto a prorogare fino al 30/09/2020 i contratti di finanziamento, dilazionando la scadenza dei crediti, nonché a disporre la moratoria sino alla medesima data delle rate in scadenza di mutui, prestiti, leasing ecc.
Il detto termine è stato poi procrastinato al 31/01/2021 con il D.L. 104/2020 c.d. “Decreto agosto” (convertito in L. 126/2020).
Sempre il Decreto “Cura Italia”, ed ancora più il successivo D.L. 23/2020 c.d. “Decreto liquidità”, ha previsto una serie di misure in favore delle imprese, finalizzate proprio a sopperire alla carenza di liquidità, agevolando l’accesso al credito tramite le garanzie a carico dello Stato, con possibilità di farne richiesta sino al 31/12/2020.
In ultimo, con il D.L. 137/2020 c.d. “Decreto ristori” (ancora ad oggi non convertito in legge) sono stati disposti ulteriori contributi a fondo perduto in favore delle aziende rientranti nei comparti maggiormente penalizzati dall’applicazione delle nuove misure di contenimento della diffusione del virus COVID-19.
Tutti i Decreti emergenziali degli ultimi mesi (D.L. 18/2020, D.L. 23/2020, D.L. 34/2020, D.L. 52/2020, D.L. 104/2020, D.L. 137/2020), hanno poi previsto ampia possibilità di richiedere la concessione della cassa integrazione in deroga, con un’ulteriore proroga che dovrebbe essere inserita nella prossima manovra finanziaria.
L’analisi dello “stato di salute” delle imprese in periodo Covid
Nessuno, purtroppo, oggi sfugge alle conseguenze della contrazione dei consumi ed al senso di sfiducia ed incertezza del futuro, ed è questo il momento per l’imprenditore accorto di fare un esame oggettivo della condizione di salute della propria azienda, anche se fino ad oggi, nonostante le avversità, non si sono palesate avvisaglie di una potenziale sofferenza economica.
Del resto, già molto prima che spirassero i venti di crisi, nel nostro Ordinamento giuridico è stata introdotta una riforma delle procedure concorsuali, il c.d. “Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza” (D.L.vo n.14 del 12/01/20199), improntata alla gestione anticipata delle crisi, e, cioè, una norma che prevede (ed auspica il ricorso) degli strumenti giuridici atti a prevenire le situazioni di insolvenza irreversibile delle aziende, intervenendo tempestivamente in caso di primi sintomi di difficoltà.
In presenza di una emergenza epidemiologica, con il D.L. 23/2020 “Decreto liquidità” (convertito con Legge n.40 del 5/6/2020) è stato ritenuto opportuno però differire l’entrata in vigore del “Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza” all’01/09/2021, e tanto perché, di fronte ad un prevedibile aumento del numero delle procedure concorsuali, legato all’impatto della crisi in corso, si è preferito mantenere un impianto normativo conosciuto e collaudato da Tribunali e Professionisti.
La “vecchia” Legge Fallimentare (R.D. n.267 del 16/03/1942) prevede però anch’essa degli strumenti utili alle aziende, con l’ausilio di consulenti esperti, per affrontare delle situazioni di difficoltà temporanea, legate alle contingenze dettate dal momento storico che viviamo, con la possibilità di superarle magari anche rafforzate da un punto di vista organizzativo.
Gli strumenti per affrontare la crisi
Ogni imprenditore avveduto e lungimirante è tenuto nel corso della vita aziendale, e specie in momenti di gravi difficoltà come questo, ad aver ben chiaro quelli che sono i punti di forza della propria azienda (qualità del prodotto, buon posizionamento sul mercato, propensione all’export, capacità di innovare prodotto e processo produttivo, sufficiente capitalizzazione, basso indebitamento a breve/medio periodo ecc.) e quelli deboli (mercato fortemente concorrenziale o poco affidabile, incapacità di innovazione, eccessivo indebitamento dovuto ad una inadeguata struttura finanziaria e patrimoniale o ad investimenti sbagliati, marginalità esigua, ecc.), al fine di apportare quei correttivi necessari per intervenire tempestivamente di fronte alle prime difficoltà.
Anche le aziende solide, in questo quadro generale e per evitare spiacevoli situazioni anche a breve termine, devono senza dubbio rafforzare il controllo di gestione delle attività (aggiornando periodicamente le previsioni legate agli scenari di mercato in costante evoluzione), verificare la solidità finanziaria nel breve e medio periodo (anche mediante l’applicazione di “stress test”), ma anche la capacità di cassa “a breve” per non trovarsi di fronte ad improvvise “crisi di liquidità”.
Ma, di fianco a questi strumenti di corretta gestione aziendale, e nella malaugurata ipotesi in cui li stessi non siano stati correttamente applicati o si rivelino insufficienti, le aziende, come detto, possono fare ricorso agli strumenti di protezione previsti dal nostro Ordinamento.
Non deve far paura all’imprenditore approcciarsi a delle procedure che sono contenute nella Legge Fallimentare, in quanto la loro finalità è proprio quella di evitare la decozione dell’impresa (con conseguente declaratoria di fallimento) e, anzi, preservare quell’indiscutibile valore che le PMI conferiscono al nostro tessuto economico.
Il più noto ed utilizzato (anche se non ancora abbastanza) tra gli strumenti di tutela è senza dubbio il concordato preventivo, ovvero una procedura che prevede una proposta ai creditori di pagamento anche parziale dei debiti attraverso qualsiasi forma. Si distingue, pertanto, tra il concordato con cessione dei beni (che prevede la liquidazione del patrimonio dell’imprenditore) per i tramite degli Organi della procedura nominati dal Tribunale, il concordato in continuità aziendale (i pagamenti vengono effettuati con il ricavato dell’attività aziendale proseguita dall’imprenditore o da un terzo), il concordato con assuntore (un terzo si fa carico di estinguere le posizioni debitorie), o concordato misto (i creditori possono essere soddisfatti in parte tramite i flussi finanziari derivanti dalla prosecuzione dell’attività ed in parte tramite la liquidazione dei beni).
https://www.studiopunzi.it/crisi-d-impresa/il-concordato-preventivo/
Meno conosciuti, ma non meno efficaci, sono gli accordi di ristrutturazione dei debiti (mediante i quali l’imprenditore può stipulare accordi con almeno il 60% dei creditori per poterne chiedere l’omologazione al Tribunale), e i piani attestati di risanamento (accordi di natura privatistica che non richiedono l’intervento del Tribunale).
https://www.studiopunzi.it/crisi-d-impresa/accordi-di-ristrutturazione-dei-debiti/
https://www.studiopunzi.it/crisi-d-impresa/piano-attestato-di-risanamento/
Per affrontare con fiducia questo particolare ed inaspettato momento storico, possono essere di aiuto le parole di Albert Einstein “E’ nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie”, ed è a questi principi che deve rifarsi l’imprenditore che non vuole accettare supinamente le conseguenze di una tremenda crisi globale, ma, anzi, è pronto ad affrontare la sfida con coraggio. Non è mai troppo tardi per analizzare lo stato di salute della propria azienda ed adottare misure che, seppur drastiche, possono garantirne la sopravvivenza.